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INTRODUZIONE

La Sinistra CHIARA  nasce dall’incontro tra forze antifasciste, cittadine e cittadini indipendenti e democratici, i partiti PCI e SINISTRA ITALIANA e dalla loro volontà di cambiare la città ispirandosi ai valori dettati dalla Costituzione. Si presenta alle imminenti elezioni amministrative per il governo di Busto Arsizio animata principalmente da due intenzioni:

 1 DARE ALLA CITTÀ ASCOLTO E RISPOSTE per valorizzare le risorse presenti, superando le logiche che da anni governano la città e prestando attenzione ai bisogni, con particolare attenzione per le fasce oggi più esposte al rischio di marginalizzazione. Una città che non lasci indietro nessuno e che ponga al centro del proprio agire la dignità di tutte e di tutti;

2 RIDARE VOCE E CASA AD UN’AREA, LA SINISTRA, per rappresentare le istanze di una maggioranza di popolazione sempre più in difficoltà, e per porre freno all’ascesa di una destra antidemocratica e restituire la passione per la partecipazione democratica e la dignità dell’impegno politico.

 LSC pensa ad una città POPOLARE, ovvero restituita a chi la abita. Si tratta di una sfida grande, ma vitale, perché la nostra importante e complessa cittadinanza va ascoltata, informata e inclusa nel grande progetto di PARTECIPAZIONE.

La cultura politica ha urgente bisogno di un profondo rinnovamento che parta proprio dalle esperienze di amministrazione locale.

L’Antifascismo ci ha insegnato che la libertà e la democrazia non sono mai beni definitivi, ma vanno conquistati giorno per giorno con la partecipazione.

LSC si rende disponibile al confronto, attraverso il dialogo con la società e col territorio, con l’onestà intellettuale di chi ritiene che la chiarezza e la trasparenza stiano alla base di una sincera vocazione democratica.

E si impegna ad affrontare tutti i temi del presente documento con razionalità, impegno e coinvolgimento di tutta la cittadinanza.

La Sinistra CHIARA con Chiara Guzzo candidata Sindaca per Busto Arsizio è rappresentata dal simbolo di un cuore rosso stilizzato e aperto, affiancato a sinistra, per chi guarda, dalle forze politiche e i movimenti che la costituiscono. Il simbolo rappresenta la centralità di passione ed impegno nell'alveo della lunga storia della sinistra. La necessità, le istanze e i bisogni da essa rappresentati e le idee che la animano riprendono chiarezza e centralità, sostenuti da forze e movimenti che in quelle idee si riconoscono. Il cuore de La Sinistra CHIARA, che trova in questa tornata elettorale Chiara Guzzo come propria rappresentante "in nome et spirito", rimane così un campo aperto a nuove partecipazioni e ad ulteriori contributi nel segno dell'antifascismo, della Costituzione, della Sinistra e della chiarezza.

 

Questo è il programma elettorale che si vorrà realizzare in caso di vittoria, ma che sarà in grado di stare in ascolto della cittadinanza e al servizio della stessa, stante il periodo di difficoltà che vede il progressivo depauperamento delle finanze comunali e delle incertezze economiche future.

 

PARTECIPAZIONE, LEGALITÀ E SICUREZZA

LSC ha fatto dell’assemblea e della discussione la propria modalità di lavoro politico e di incontro con le tante realtà e con la città. Creare PARTECIPAZIONE chiamando la cittadinanza a prendersi cura di Busto Arsizio, rendendo il “potere diffuso” e non accentrato e avulso dalla democrazia come è stato per anni.

Per CITTÀ COME BENE COMUNE, LSC intende la città come bene condiviso tra tutti i membri della comunità: una proprietà collettiva e il suo uso civico. Il governo della città si assume con responsabilità il ruolo di decisore e la regia di un progetto politico che coinvolga attivamente i cittadini, informandoli e rendendoli partecipi delle scelte, in virtù dei seguenti punti principali:

- il primo tavolo di dialogo e di confronto che il governo di LSC si assume è quello costituito con le realtà produttive e dei lavoratori del territorio per creare reciprocità sulla questione del lavoro. Il Comune governato da LSC si impegna, infatti, a rilanciare la città strutturando il rapporto con realtà già organizzate (comitati scolastici e dei genitori, realtà associative, …);

- lo scopo è quello di costruire “tavoli di lavoro” che progettino interventi in un’ottica di “partecipazione ed impegno”. Questo valore formativo sarà attestato attraverso un “patto nella Costituzione” stretto tra Comune ed associazioni stesse riunite nelle assemblee, fondato sul riconoscimento e sostegno dell’attività di acclarata vita democratica dentro il rispetto dei principi fondanti la nostra Costituzione;

- il governo della città affidato a LSC ascolta e dialoga con le istanze che giungono dalla base: i vari Comitati (NO ACCAM e no ospedale unico) sono da considerare nelle prese di decisioni in merito a questi due argomenti; LSC si schiera per la chiusura del primo e la non realizzazione del secondo;

- il governo della città, democratico e antifascista, con la partecipazione dei quartieri darà vita ai Comitati di rappresentanza degli stessi quale luogo di confronto e di dialogo con il Comune.

LSC ritiene che LEGALITÀ e SICUREZZA debbano realizzarsi attraverso la costruzione di una coscienza civica individuale e collettiva da svilupparsi attraverso una forte partecipazione e trasparenza; una cittadinanza attiva e consapevole come “prevenzione primaria".

 La presenza della criminalità organizzata sul territorio di tutta la Lombardia impone un’allerta della popolazione e dell’amministrazione comunale per evitare l’insediamento di ogni forma di corruzione, ricatto e comportamenti illegali. Si ritiene necessaria la diffusione di “commissioni antimafia” che controllino ogni forma di intervento pubblico potenzialmente esposto all’infiltrazione di strutture illecite, in particolare nell’ambito urbanistico ed edilizio, negli appalti pubblici, nella piccola e grande distribuzione.   

LSC si impegna a garantire:

- la massima trasparenza dei procedimenti amministrativi, essenziale per prevenire  l'insinuarsi di qualsiasi forma di corruzione negli apparati comunali e al contempo per consentire un controllo diretto dei cittadini sull'azione degli organi politici e dell'amministrazione;

- un effettivo e stringente controllo analogo sulle attività delle partecipate comunali (a partire da AGESP), che devono essere strettamente funzionali all'erogazione dei servizi, sulla base degli obiettivi stabiliti dall'amministrazione;

- una chiara ridefinizione dei regolamenti per l'assegnazione di spazi e contributi, che riduca al minimo la discrezionalità dell'amministrazione, eliminando privilegi per una piena  affermazione della cultura dei diritti e nel pieno rispetto della costituzione;

-la lotta culturale al fenomeno mafioso, dando piena operatività alle commissioni di controllo  e sostenendo azioni educative sin dalla scuola;

-l'effettiva partecipazione di cittadine e cittadini alla valutazione ambientale dei Piani (Piano del Governo del Territorio, Energetico, del Traffico, …) e l'istituzione di forme di bilancio partecipato.

 

TRASPARENZA ED EFFICIENZA

Il comune governato da LSC si impegna a rendersi accessibile e trasparente. Anche l’emergenza sanitaria in corso ha portato drammaticamente alla luce l’inefficienza e la distanza dell’ente pubblico.

È necessario riavvicinare i servizi ai cittadini, rendere accessibili e trasparenti le risorse, leggibili e trattabili in tempo le decisioni assunte dal comune.

Nell’amministrare la cosa pubblica LSC pensa anche a tutte le norme che il comune non ha finora attuato.

È necessario partire dalla riforma della macchina comunale. Dare più attenzione alle competenze e alle risorse umane, riorganizzare e revisionare la pianta organica tenendo conto dei nuovi bisogni e dalla necessità di un rinnovamento degli staff.

Le normative vigenti sicuramente non hanno favorito un turn over, soprattutto in alcuni settori, come quello educativo, dove i carichi di lavoro incidono sulla capacità di rispondere in modo efficace ai bisogni dell'utenza.

Occorre un ragionamento complessivo e una riorganizzazione dei servizi più strategici in modo da dare una pronta risposta alla città: sportelli nei quartieri, un ufficio relazioni col pubblico all'altezza e in grado di dare risposte in tempi utili, un'anagrafe potenziata (ad es. riduzione della tempistica per il rilascio delle carte di identità).

Busto Arsizio negli ultimi anni ha visto una crescita della popolazione, soprattutto di provenienza straniera, che pur essendo cittadina a tutti gli effetti, ha spesso difficoltà nell'approccio con l'istituzione. La proposta di LSC è quella di istituire degli appositi sportelli, sia informativi che di ascolto, in grado di supportare il cittadino (colui che abita la città, e paga le tasse e i servizi, al di là della nazionalità o della provenienza)  nel risolvere i problemi burocratici e dare un supporto nell'orientamento ai servizi.

Inoltre è necessario rendere più agibile al cittadino l'accesso agli atti e alle pratiche, evitando inutili solleciti o tempi d'attesa che vanno ben oltre le aspettative indicate dalle normative.

Una digitalizzazione più efficace e semplificata che renda più snello l'accesso ai servizi dell'ente anche da parte di coloro che non hanno dimestichezza con i mezzi informatici.  

 BILANCIO PARTECIPATO E BILANCIO SOCIALE

Nella convinzione che una città informata, coinvolta nei processi decisionali che la riguardano, fondata su attenzione reciproca, sia una città che pratica (e non solamente declama) i concetti di sicurezza, legalità e democrazia, il primo atto che il comune governato da LSC propone ai cittadini è il BILANCIO PARTECIPATO.

La riforma comunale che vogliamo attuare prevede profonde revisioni dei metodi di gestione del denaro dei cittadini e degli obiettivi da raggiungere.

 

FINANZE E PATRIMONIO

Le finanze dei comuni, regolate da leggi nazionali hanno continuamente limitato la capacità di intervento. Le normative che si sono susseguite hanno comportato una diminuzione delle entrate nelle casse dei comuni.

Sono nell’ordine di centinaia di milioni le risorse che mancheranno all’appello nel prossimo triennio per i fondi destinati alle Politiche Sociali, alla famiglia, alle pari opportunità. Ancora più evidente e netta risulta la riduzione del Fondo dedicato alla non autosufficienza, che viene di fatto cancellato.

Abbiamo quindi la necessità di riallocare risorse e di ridefinire le politiche per la famiglia, per gli anziani, i disabili e tutti coloro che sono in difficoltà.

Sappiamo che le richieste di aiuto e di protezione sociale che arrivano, di fronte alla turbolenza del sistema economico e produttivo, con migliaia di posti di lavoro messi in discussione e con un reale processo di impoverimento che coinvolge i redditi più bassi, ma anche un’ampia fascia di ceti medi, sono richieste che in prima battuta vengono rivolte alle istituzioni locali.

Il sistema delle autonomie locali resta il riferimento principale dei cittadini.

Non conta solo ciò che si ha da spendere, ma come lo si spende e quali sono le priorità. Per farlo, LSC intende ampliare i margini di intervento recuperando nuove risorse e introducendo al tempo stesso criteri di equità e di efficienza. Su questo fronte, in attesa della riforma fiscale, LSC vuole:

- intensificare la lotta all’evasione sui tributi comunali;

- definire una strategia di medio periodo, per avere un’attenta previsione dell’andamento delle risorse nei prossimi anni ed evitare il rischio di dover aumentare la pressione fiscale comunale;

- compatibilmente con la normativa nazionale, rivedere in ogni suo aspetto la TARI,  commisurandola alla reale produzione di rifiuti pro-capite e non alla superficie degli immobili, istituendo dei meccanismi di premio nei confronti delle aziende e dei quartieri che realizzano una migliore qualità della raccolta differenziata;

- ridurre il contenzioso comunale (cioè i costosissimi processi che vedono il comune in causa con privati, dipendenti, altri enti, …) attraverso i sistemi previsti dall’ordinamento giuridico;

- rivedere la politica tariffaria stabilita dall’ISEE e rimodulare le fasce di reddito per i servizi a domanda individuale e introducendo nuove fasce volte a tutelare i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati;

- rivedere la quota di destinazione degli oneri di urbanizzazione al finanziamento delle spese in conto capitale (cioè agli investimenti per interventi di miglioramento della città), evitando per quanto possibile di collocarli a copertura delle spese correnti;

- introdurre la tassa di scopo prevista dal decreto sul federalismo, solo in circostanze condivise dalla popolazione;

- valorizzare il demanio comunale attraverso un uso appropriato del patrimonio esistente e privilegiando la destinazione sociale;

- rivedere i criteri di affitto a canone agevolato di immobili ad uso civile e porre a carico dei servizi sociali gli oneri derivati dall’assegnazione di alloggi ai cosiddetti “casi sociali”;

- elevare la fascia di esenzione IRPEF.

LSC ritiene che l’Ente locale socialmente responsabile è soprattutto quello che sa superare le difficoltà, impegnandosi in attività di risanamento delle risorse, di razionalizzazione delle stesse, di giusta redistribuzione, occupandosi di intervenire dove sorge il bisogno e vedere oltre il determinato contesto spazio-temporale, per costruire negli anni a venire  un’ economia stabile e sicura.

 

BILANCIO

I cittadini hanno il diritto di controllare l’uso dei loro soldi. Il sindaco e la giunta non sono i padroni del comune, sono al servizio della popolazione che ha il diritto di monitorare le loro scelte e i loro metodi di gestione.

Ecco perché LSC propone:

- procedere ad assunzioni e incarichi solo mediante procedimenti trasparenti, evitando ogni forma di discrezionalità;

- chiamare i cittadini a esprimere periodiche valutazioni sui servizi ricevuti e a fornire indicazioni per il loro miglioramento;

- far partecipare i cittadini alle scelte che riguardano l’assetto del territorio e la realizzazione delle opere pubbliche;

- istituire la pratica del “Bilancio Partecipato” innanzitutto informando i cittadini sui programmi dell’amministrazione comunale e chiedendo il loro parere prima di procedere alle scelte operative per quartieri e aree di intervento. È necessario in proposito prevedere un budget assegnato ad ogni quartiere  la cui destinazione verrà stabilita attraverso le decisioni dei cittadini stessi, ottenute attraverso un referendum strutturato. Ciò potrà essere una forma di partecipazione e di responsabilizzazione sull’uso delle risorse pubbliche;

- realizzare la stesura del BILANCIO SOCIALE così che tutti i cittadini possano consapevolmente conoscere le finalità dell’allocazione delle risorse con bilanci leggibili e accessibili:

- migliorare la struttura organizzativa del Comune attraverso la gestione del personale secondo i principi sanciti dalle leggi e dai contratti, attraverso il dialogo e il confronto con le loro rappresentanze sindacali e dando forti motivazioni professionali ai dipendenti pubblici.

 

URBANISTICA

URBANISTICA (UNA VISIONE DELLA CITTÀ)

LSC ritiene indispensabile la partecipazione dei cittadini nelle scelte di governo del territorio e di programmazione urbanistica partendo dalla difesa di valori non negoziabili quali il ritenere la città “bene comune” e di evitare qualsiasi ulteriore consumo di suolo. La città viene quindi intesa come bene comune da trasformare e costruire in un’ottica di partecipazione che veda coinvolti nella stessa misura sia l’amministrazione che gli abitanti e le realtà del territorio. Non si tratta solo di cosa progettare, ma anche di come avviare tali percorsi di revisione del tessuto urbano. Il cittadino che abita i luoghi delle revisioni e delle rigenerazioni urbanistiche è da mettere al centro del percorso decisionale.

Non più progetti faraonici calati dall’alto quindi ma la, non facile e non immediata, formazione di sapere diffuso (educazione alla cittadinanza).

Ma soprattutto una visione dell’urbanistica che tenga in considerazione la città nel suo complesso; il centro e la periferia come un unico organismo. La città come complesso di realtà sociali e culturali diverse e integrate con una visione articolata nei seguenti punti:

- un’attenzione ed un interesse allargati al territorio (comuni limitrofi e Valle Olona) in quanto strettamente interconnesso alla città per densità di urbanizzazione, infrastrutture (ferroviarie, viabilistiche, aeroportuali), inquinamento;

- confronto con la cittadinanza, utile per ridisegnare un futuro di città che, perduta la sua vocazione industriale (Busto nella sua storia è stata una città protagonista dello sviluppo economico all’avanguardia dell’intero paese) è in continua trasformazione, possa essere il più possibile condiviso e generare un processo di assunzione di presa in carico del proprio territorio in cui la salubrità e l'attenzione all'ambiente urbanizzato e naturale siano un aspetto imprescindibile per uno sviluppo di successo delle attività umane;

- una città al servizio di tutti. Una città inclusiva che si faccia carico dei problemi abitativi a prescindere da estrazione sociale e condizione economica attraverso politiche di social housing che favoriscano la coabitazione di realtà eterogenee;

- dai progetti in previsione è stata del tutto esclusa una anche minima intenzione di intervenire sulle aree periferiche; lasciando al loro destino una parte maggioritaria della popolazione; oggetto negli ultimi decenni di un quasi totale disinvestimento da parte delle amministrazioni, se non in termini di speculazione (consumo di suolo) e di aree da rilanciare con la costruzione di edifici commerciali. Va inoltre segnalato il progetto che interesserà l’area delle Ferrovie Nord – abbandonata da decenni – il cui masterplan “calato dall’alto” non prevede alcuna partecipazione da parte dei cittadini ma esclusivamente dei proprietari immobiliari delle aree;

- in alternativa immaginiamo una città che incentivi la qualità di vita anche delle periferie promuovendo i servizi, agevolando il piccolo commercio e potenziando i sistemi di trasporto e collegamenti;

Sviluppo

ISPRA indica Regione Lombardia come la regione italiana caratterizzata dal maggior consumo di suolo e il comune di Busto Arsizio detiene tale pessimo primato in provincia di Varese (49,7%).

Per LSC bisogna invertire questa tendenza e si riconoscono al territorio comunale notevoli potenzialità, non intaccando nuove aree libere bensì operando esclusivamente in zone da completare e da integrare con gli spazi della città esistente (ad es. i vuoti urbani derivanti da dismissioni delle attività produttive).

Lo sforzo di LSC sarà quindi quello di dirigere l'impegno economico (i capitali) e di creare condizioni favorevoli al completamento e alla riconversione di aree già urbanizzate;

-Mobilità sostenibile

Azioni mirate ad uno sviluppo sempre più capillare e diffuso di una mobilità sostenibile, con la costruzione di una rete strategica di piste ciclabili (potenziamento del bike sharing), il ripensamento dell’intero sistema dei trasporti pubblici e l’allargamento della zona pedonale.

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO

«NESSUN METROCUBO DI CEMENTO IN PIÙ SU AREE VERDI O LIBERE»

LSC denuncia l’indifferenza registrata sin qui dalla maggioranza e non solo, sul tema della TRANSIZIONE ECOLOGICA. Questa politica dovrebbe essere alla base dell’azione amministrativa volta alla conversione di industrie inquinanti, l’incentivazione dello sviluppo di forme di energia basata sulle rinnovabili, la riduzione dei riscaldamenti e mezzi di trasporto inquinanti, lo stimolo all’insediamento di imprese basate sull’economia sostenibile e l’economia circolare che di per sé sono un valore di riferimento per chi intende guardare al futuro (e al miglioramento della qualità di vita dei cittadini) e non alla riconferma del passato.

L'esplosione urbanizzativa dell'ultimo secolo, che ha portato ad un allargamento della città in ogni direzione senza quasi soluzione di continuità con tutti i comuni limitrofi, le migliaia di mq. di aree industriali dismesse e gli oltre 6000 appartamenti disabitati impongono una revisione radicale del PGT rivolta alla salvaguardia del suolo, al riequilibrio del territorio, all’ampliamento delle zone verdi, al sostegno dell’utilizzo dell’edilizia abitativa inutilizzata e una revisione radicale del sistema della viabilità (PUT) a favore della mobilità dolce a emissioni zero. 

Come vestigia della storia agricola locale e come esempio virtuoso di economia circolare va data un’attenzione particolare al recupero del patrimonio delle CASCINE. 

LSC, facendo propria la convinzione che i cambiamenti climatici già in atto debbano essere combattuti a livello globale ma anche a livello locale a partire da iniziative da attuare sul territorio comunale che vadano in tal senso, ritiene che non possano e non debbano più essere consumate ulteriori aree verdi o libere, ma esclusivamente aree già urbanizzate dismesse (eventuali compensazioni non apportano gli stessi benefici di aree naturali né la stessa qualità eco-sistemica).

Coerentemente con quanto sopra esposto, LSC, anche in relazione alla necessità di potenziare la medicina territoriale evidenziata dalla pandemia, è decisamente contraria sia alla costruzione del previsto “ospedale unico” (che, se venisse realizzato, andrebbe a cancellare e a cementificare un'area naturale a bosco di 80.000 mq. – l'ultima esistente – tra Busto Arsizio e Gallarate) sia al mantenimento dell’inceneritore ACCAM, deleterio per l’ambiente e la salute dei cittadini.

E non solo: oltre al “consumo zero” di suolo, si dovranno prevedere idonee modalità e spazi che permettano di incrementare il patrimonio arboreo cittadino.

LA CURA DEI CENTRI STORICI

Se l'interesse verso la città deve comprendere le periferie promuovendo i servizi, agevolando il piccolo commercio e potenziando i sistemi di trasporto e i collegamenti, particolare attenzione deve anche essere rivolta al centro storico – o meglio ai centri storici di Busto, Borsano e Sacconago – che con la loro stratificazione secolare, sono l'elemento urbano che consente ancora di identificare un'anima ed un'identità dei luoghi e di non essere solo un'estrema ed anonima periferia milanese.

Da decenni è in attesa di tornare a vivere un’ampia parte del centro cittadino, compresa tra via Montebello, via Matteotti e via San Michele, lasciata completamente all’abbandono ed all’incuria.

Il mantenimento dei caratteri storici e qualitativi deve essere basato su un'attenta analisi delle architetture e degli ambiti urbani storici tuttora esistenti e da preservare, prevedendo una duplice modalità di intervento: da un lato servono incentivazioni ai privati per attuare interventi che prevedano un corretto recupero del patrimonio architettonico esistente e dall'altro è indispensabile intervenire direttamente nel recupero del patrimonio pubblico di interesse culturale, che oggi ritroviamo – dopo decenni di immobilismo – ancora nell'abbandono e preda dell'incuria.

Questo potrà avvenire solo previa una progettualità complessiva dei centri storici da sviluppare quali ambiti urbani in cui è necessario potenziare cultura, commercio al dettaglio, attività di socialità e di relazione.

 

COMMERCIO

LSC considera il settore del commercio come elemento attivo e vitale all'interno di Busto Arsizio, città che stenta a ricostruire una propria identità produttiva.

È indubitabile che la crisi che attanaglia l'occidente da oltre un decennio e la pandemia in corso hanno aggredito questo settore, minacciato pure dalle grandi catene di distribuzione a cui la città da tempo ha aperto le porte così come dal più recente e-commerce.

LSC intende dialogare con le realtà rappresentanti questo settore e con esse costruire percorsi di tenuta e ripresa in cui il Comune non sia "al servizio" al commercio, ma riconosca lo stesso come servizio, ovvero imprese e lavoratori all'interno di una comunità.

LSC progetta di difendere e diffondere il piccolo commercio di vicinato, cioè negozi e botteghe dentro la città e nei quartieri, che non solo mantengono posti di lavoro ma sono decisivi per mantenere vivo il tessuto urbano e svolgono un’azione di servizio particolarmente rivolta agli anziani che hanno difficoltà a raggiungere i centri commerciali.

In particolare per quanto riguarda la rivalutazione del centro storico è necessario ampliare la zona pedonale, prevedendo che i parcheggi delle aree limitrofe siano a prezzi calmierati e valorizzando le realtà esistenti e dando modo a tutti gli esercenti di poter offrire spazi che oltre di consumo abbiamo l’attrattività di punti di incontro e socializzazione (esigenza emersa anche nel post pandemia).

SALUTE

 

LSC si prefigge l'interesse centrale dell'individuo come beneficiario stretto della propria salute - benessere primario nella collettività. Il ruolo dell’amministrazione comunale di coordinamento dei servizi sanitari e socio-sanitari è fondamentale per tutelare al meglio la salute dei cittadini, e in particolare degli anziani, dei disabili e delle persone più fragili.

LSC è CONTRO LA REALIZZAZIONE DELL'OSPEDALE UNICO, perché nella prevista riduzione dei posti letto (già tutt'ora vigente con la chiusura di interi reparti trasferiti dall'uno all'altro ospedale) o la riduzione parziale degli stessi con il conseguente aumento di popolazione (due comuni con un totale di quasi 140.000 abitanti più tutto l'indotto dei comuni limitrofi) si scatenerebbe il caos sanitario che già ora risulta altamente problematico per i due nosocomi: tempi di attesa biblici, esami ed interventi che non si fanno più,…  tutto a vantaggio di quelle strutture private che fanno profitti sulle fasce più deboli con esami talvolta non di prima fattura o non necessari. LSC rifiuta con forza l’idea dell’ospedale unico come risposta ai bisogni di salute pubblica e vuole impegnarsi per stabilire i presidi di medicina territoriale, indispensabili per evitare il collasso di quelli ospedalieri. Sembra infatti trattarsi semplicemente di un’operazione urbanistica volta a liberare quelle appetibilissime aree oggi occupate dagli ospedali nei centri delle città e favorire le imprese costruttrici. 

Ora con l'emergenza sanitaria del Covid 19 si è scoperchiato il vaso di Pandora, una sanità di eccellenza come viene così troppo spesso sbandierata in Lombardia, che ha rivelato tutte le incapacità di personaggi non all'altezza, privi di curriculum adeguati in campo sanitario.

LSC sosterrà la medicina territoriale di base, responsabilizzando e non mortificando le figure professionali, che rappresentano il primo punto di appoggio del paziente, un passaggio importante poiché è nelle mani del medico di base che il cittadino affida la propria salute. Intendiamo inoltre  ricollocare i servizi di guardia medica.

Ora con il PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), al Governo sono piovuti miliardi di euro di cui 15 sono destinati alla sanità, è l'occasione per far sì che ci si adegui alla modernizzazione della stessa; LSC si impegna a vigilare sull’utilizzo dei fondi per una medicina di prevenzione.

LSC si batte già da ora per il mantenimento dei due nosocomi in essere, e vede in questa prospettiva la necessità che i soldi stanziati per il nostro territorio vadano a modernizzare i due ospedali vigenti, mantenendo vivi sia Busto Arsizio che Gallarate.

Riteniamo inoltre che sia fondamentale, prima di ogni scelta, coinvolgere i cittadini.

Gli ospedali non vanno chiusi e inoltre bisogna decentrare e diffondere sul territorio l’assistenza sanitaria (case della salute).

Per la LSC, in sintesi, la sanità pubblica deve promuovere la SALUTE, non il PROFITTO.

 

LAVORO E FORMAZIONE PROFESSIONALE

LSC promuove la formazione professionale permanente rilanciando il polo universitario dei Molini Marzoli in coerenza con le finalità per cui è stato fondato.

La finalità che orienta il programma è quella di contrastare il più possibile gli effetti personali e sociali della disoccupazione giovanile e della dispersione scolastica.

A tal proposito si intende, di concerto con gli Istituti Scolastici,  investire risorse per organizzare una banca dati della popolazione scolastica, cittadina e comprensoriale.

LSC si impegna ad attivare tavoli di concertazione con gli istituti scolastici, le associazioni sindacali e di categoria e il mondo delle imprese.

La possibilità di creare posti di lavoro rivolti particolarmente ai giovani passa attraverso nuovi insediamenti che operino a favore dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale. Il ruolo dell’amministrazione comunale deve essere teso essenzialmente a favorire tali insediamenti, attraverso politiche di incentivazione e la realizzazione anche pubblica di strutture dedicate a tali insediamenti. È indispensabile inoltre attivare la presenza di strutture pubbliche orientate alla gestione della politica attiva del lavoro, che favorisca l’incontro fra domanda e offerta e la riqualificazione professionale, rivolta particolarmente ai giovani e a tutti coloro, senza alcuna discriminazione, che a seguito dell’emergenza sanitaria hanno perso la loro occupazione.

Negli ultimi anni, Busto Arsizio ha subito passivamente gli eventi, si è adagiata in una pericolosa e rassegnata apatia che l’ha messa economicamente fuori gioco mentre, al contrario, altri comuni sono stati capaci di cogliere le opportunità di innovazione offerte dalle trasformazioni del sistema produttivo. Tramontata l’era delle industrie tessili, meccaniche, chimiche e plastiche, siamo sprofondati in una crisi locale senza precedenti proprio mentre la crisi del sistema capitalistico globale messo a dura prova dall’emergenza sanitaria sta schiacciando quel che resta del nostro fragile apparato industriale.

Come resistere allora alla competizione globale? È qui che deve intervenire l’amministrazione comunale, rendendosi garante di una profonda innovazione finanziata dagli interventi previsti da PNRR e favorendo la “messa in rete” di tutte quelle attività che l’impresa di piccole dimensioni fatica a gestire in proprio, come l’accesso al credito, l’informazione, i servizi all’impresa, il marketing, la ricerca, la commercializzazione dei prodotti, la gestione efficiente del mercato del lavoro, la formazione continua di personale di elevata qualità professionale.

Ma questo non basta: l’amministrazione comunale non può abbandonare a se stesse le aziende in crisi a rischio di chiusura. Deve essere invece parte attiva nella gestione delle situazioni più critiche, favorendo il confronto fra imprenditori e sindacati, alla ricerca di nuovi approdi produttivi, di nuovi sostegni finanziari, di nuove opportunità di mercato e, nei casi più gravi, operare perché i lavoratori che perdono con il posto anche lo stipendio, possano essere reinseriti a pieno titolo nell’attività lavorativa.

L’emergenza più grave è comunque quella della disoccupazione che tocca i giovani, le donne e i lavoratori con più di 40 anni. Occorre quindi che il Comune coordini e promuova un’ampia gamma di interventi per impedire che migliaia di persone, nella zona di Busto Arsizio, si trasformino in esuberi e scivolino in una condizione di povertà.

È quindi necessario:

- promuovere e sostenere a progetti di micro imprenditorialità, anche come strategia per contrastare situazioni di disoccupazione tramite recupero di capacità artigianali, ancora del tutto attuali, ormai quasi introvabili, che contengono professionalità;

- costruire un nuovo ente consortile che aggreghi i comuni maggiori del territorio che assieme alle Provincia e alla Regione e alle forze sociali rappresentative dell’impresa e del mondo del lavoro si occupi di coordinare e offrire formazione professionale permanente finalizzata a ridurre i rischi di precarietà determinati da un mercato del lavoro estremamente flessibile;

- potenziare e coordinare gli sportelli informativi sui diritti e le possibilità di incontro fra domanda e offerta di lavoro;

- istituire un fondo di solidarietà comunale per interventi urgenti, in favore delle famiglie di lavoratori licenziati o sospesi dal lavoro senza possibilità di ricorso ad ammortizzatori sociali, e a sostegno di chi ha perso il posto di lavoro (per es. con l'esenzione/riduzione del pagamento delle tariffe di pertinenza comunale o nei casi più critici con contributi diretti di  carattere economico);

- ridurre l'addizionale IRPEF per i redditi più bassi, aiutando così chi è senza lavoro ma anche i pensionati al minimo;

- favorire la collaborazione tra lo Sportello Unico per le Attività Produttive e gli sportelli che operano nel mercato del lavoro;

- facilitare l’insediamento di imprese che garantiscano l’assunzione di persone disoccupate del territorio;

- aiutare i cittadini in difficoltà temporanea, attraverso accordi con gli esercizi pubblici;

- stringere un solido rapporto con gli artigiani e commercianti del territorio per studiare insieme i meccanismi di collocazione di personale anche in questo caso senza alcuna discriminazione di provenienza;

- incentivare particolarmente i giovani ad avviare nuove attività imprenditoriali;

- realizzare lo “sportello imprese” in grado di erogare tutte le informazioni sulle opportunità e gli incentivi disponibili sul territorio in tema di lavoro;

-  riservare almeno il 20% degli appalti per la gestione del verde pubblico, delle pulizie, della manutenzione generica a cooperative di tipo B  coinvolgendole in modo trasparente;

- costituire un’agenzia per il lavoro che avvii una ricognizione di aziende disponibili sul territorio a garantire accesso attraverso borse lavoro a soggetti in difficoltà;

- potenziare ad ampio raggio le attività di InformaGiovani e InformaLavoro per aiutare i giovani alla ricerca di un’attività remunerata e sostenere l’inserimento dei lavoratori disabili nel mondo del lavoro;

In ognuno di questi punti si rende necessario porre UN’ATTENZIONE PARTICOLARE ALLA PRESENZA FEMMINILE. Il principio delle pari opportunità non può essere semplicemente declamato nelle grandi occasioni. La presenza femminile nel mercato del lavoro deve essere salvaguardata sia dal punto di vista delle quantità, che dal punto di vista della qualità dei ruoli ricoperti dalle donne, e dell’ equità remunerativa.

BUSTO ARSIZIO, CITTÀ DEL SAPERE

Per essere all’altezza dei tempi è determinante investire nella ricerca, nella formazione professionale e nella cultura.

Visto che negli anni più recenti non abbiamo saputo assumere un ruolo decisivo nel terziario avanzato, dobbiamo proiettarci nel futuro e cercare di entrare coraggiosamente in settori ancora poco esplorati, come ad esempio la green economy, la produzione di energie alternative, le biotecnologie, le nanotecnologie, le nuove attività telematiche e virtuali, nonché prevedere istituti di istruzione e formazione tecnica e professionale nell’ambito delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Per far questo abbiamo bisogno non solo di incentivare gli investimenti, ma anche di formare nuove e alte professionalità.

È indispensabile perciò creare sinergie con le istituzioni universitarie e con le nuove specializzazioni dei licei e degli istituti tecnici locali. Anche altri settori (arti dello spettacolo, musica, produzione culturale, comunicazione web, …) possono ampliare i nostri orizzonti e consentirci di guardare con fiducia al futuro che è qui.

Ecco perché dobbiamo sostenere le nuove specializzazioni artistiche e il settore della comunicazione, valorizzando le realtà artistiche cittadine.

Sarà decisiva pure la promozione della cultura manageriale che ha consentito negli anni passati a Busto Arsizio di diventare uno dei distretti economici più significativi d’Europa. Le strutture adatte allo scopo non mancano, basta volerle e saperle sfruttare. Il comune può e deve svolgere un ruolo determinante in tal senso.

 

LO SVILUPPO DELLE NUOVE TECNOLOGIE

Abbiamo bisogno urgente di una “città delle nuove tecnologie”, una fucina di idee, progetti, nuove creatività, che metta a frutto le tante risorse finanziarie, professionali e creative del nostro territorio. In questo contesto, il potenziamento delle reti informatiche e telematiche  gioca un ruolo di fondamentale importanza: l’amministrazione comunale deve estendere  e completare la estensione della rete a banda larga (fibra ottica e/o  Wi-Fi / Wi Max) al fine di sfruttare al meglio la comunicazione avanzata e lo scambio di informazioni, deve individuare aree ed edifici da destinare alla ricerca tecnologica riducendo i costi di costruzione e installazione, sfruttando ogni possibile sinergia con gli altri enti locali (la provincia in primo luogo) e con i privati, migliorando efficacia ed efficienza dell’amministrazione comunale, potenziare la connettività telematica nelle fabbriche, nei laboratori professionali, nelle scuole, nelle biblioteche, nei luoghi pubblici. 

ISTRUZIONE E INFANZIA

LSC intende ripensare la SCUOLA secondo la sua struttura comprensoriale, cogliendo soprattutto le potenzialità del concetto di autonomia scolastica che veda tutti gli attori coinvolti in un patto educativo di comunità tra i cui attori principali ci sono i comitati di rappresentanza dei genitori.

 

L’amministrazione comunale deve garantire i servizi necessari alla cura dell’infanzia e per la conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia (pre e post, dopo scuola, asili nido, servizi per la prima infanzia 0-6).<s></s>

L'annoso problema dell'edilizia scolastica rappresenta una criticità che un'amministrazione attenta deve essere in grado di risolvere, anche per quanto riguarda gli impianti obsoleti o gli spazi riadattati che non consentono di fornire adeguati servizi.

Si pensa agli spazi per la socialità, ai laboratori, alle palestre e ai locali mensa, spesso ricavati a scapito di laboratori e di altri spazi comuni.

Si tratta di operazioni che spesso richiedono risorse ed interventi risolutivi di adeguamento (come le cucine delle scuole dell'infanzia o agli spazi per la motricità).

Le scuole nate e incrementate sino agli anni del boom economico e delle nascite ora vedono un declino dovuto alla vetustà e alla nascita di nuovi bisogni.

Diverse sono le scuole di Busto Arsizio che hanno spazi inutilizzati o male utilizzati, e che invece potrebbero essere adibiti, con interventi di ristrutturazione, a scopi sociali e aggregativi.

Soprattutto nell'ultimo anno, l’emergenza sanitaria ha messo in luce le criticità (si veda esempio il problema delle scuole Morelli o dello svuotamento di alcuni quartieri come S. Anna).

Si rende necessaria una programmazione e un impegno di studio dell’'andamento demografico nel prossimo quinquennio/decennio al fine di ridefinire i bacini scolastici e una razionalizzazione delle strutture scolastiche.

Negli ultimi anni, a causa della mancanza di programmazione (sia edilizia che di sviluppo) quartieri che prima vedevano soddisfatti i bisogni di servizi si sono visti man mano perdere appetibilità (è il caso di S. Anna) o di mancanza di strutture idonee (ad es. Beata Giuliana).

Una razionalizzazione e programmazione dei servizi vuol dire creare una rete che consenta alle famiglie di usufruirne a " km 0",  a partire dall'infanzia, servizi 0 - 6 (asili nido, centri prima infanzia, sezioni primavera e scuole dell'infanzia) e dell'istruzione primaria e secondaria di primo grado.

Quindi riprogrammare una visione dell'offerta formativa, che tenga conto sia dell'integrazione con il privato (LSC intende confermare la convenzione con le scuole dell'infanzia paritarie parrocchiali) ma offrire anche un servizio pubblico efficiente, che tenga conto delle crescenti necessità delle famiglie.

Occorre ampliare il convenzionamento con strutture private accreditate, ma con un'attenta vigilanza alla qualità del servizio.

Apportare una revisione delle fasce di reddito legata alla capacità contributiva dei cittadini, utilizzando tutte le misure e le modalità di finanziamento quali i fondi dei piani di zona e regionali (per es. i nidi gratis).

Nel contempo, LSC si impegna al mantenimento dei servizi a gestione pubblica  mediante una politica di concertazione con il personale addetto al fine di raggiungere obiettivi chiari e rivalutando le professionalità attraverso la formazione continua, il supporto psicopedagogico e il potenziamento delle attività para ed extra scolastiche.

LSC intende chiudere i contenziosi con il personale educativo comunale al fine di rendere i servizi più efficienti (si pensi ai centri estivi e al prolungamento dell'orario  di funzionamento) e nel contempo riconoscendo la professionalità e la competenza del personale.

Busto Arsizio deve divenire una CITTÀ DEI BAMBINI e cioè usufruibile, senza pericoli, con più spazi (sia attrezzati che informali) dedicati ai piccoli e piccolissimi e alle famiglie, il che significa anche una viabilità più consona, una sicurezza dell'ambiente urbano.

Una città che sia in grado di garantire i diritti dei bambini e delle bambine, e non solo in occasione di particolari ricorrenze, bensì durante l'intero arco dell'anno con interventi strutturali, nella viabilità, nell'accessibilità e nell'abbattimento delle barriere architettoniche, nel potenziamento dei percorsi protetti da casa a scuola e implementando i servizi di pedibus e di scuola bus nelle situazioni più disagiate.

 

Per una partecipazione attiva e di crescita per i futuri cittadini si intende riproporre il "Consiglio comunale Ragazzi", incentivare attività e laboratori a supporto delle attività curricolari e pensare ad un ruolo centrale della biblioteca (come ad es. il bibliobus).

 

Busto Arsizio riveste un ruolo importante come polo scolastico per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado. Spesso però, di fronte ad un’attrazione dal punto di vista dell'offerta formativa, non corrisponde una specifica attenzione alla popolazione scolastica più fragile o in situazione di bisogno.

Occorre ripensare i servizi sul territorio (psico-pedagogici e di supporto e di intervento extrascolastico) ora impoveriti a causa di una progressiva contrazione dei servizi territoriali dell'ATS e dell’ASST.

Quindi si intende attivare una rete di sostegni a favore dei ragazzi attraverso attività di aggregazione di doposcuola e di interventi extrascolastici, con una collaborazione col terzo settore al fine di prevenire sia l'abbandono scolastico che la devianza.

LSC auspica anche l’attivazione di una consulta giovani e l’organizzazione di eventi in collaborazione con gli istituti scolastici e propone interventi di orientamento rivolto sia agli alunni che alle loro famiglie.

L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza la criticità del pendolarismo scolastico. Occorre ripensare e strutturare servizi di trasporto più efficienti, con mezzi a bassa emissione, la riduzione dei tempi di trasporto casa-scuola e dell'affollamento sui mezzi, oltre che una politica tariffaria più equa da concordare con le aziende del Trasporto Pubblico Locale.

L'Ente locale deve agire da cabina di regia tra gli Istituti Scolastici, il Territorio, gli enti Regionali e Provinciali, mediante l'istituzione di tavoli anche con i comuni dell'area vasta dell'Alto Milanese e della Provincia di Varese.

 

CULTURA

Nell’ottica di un forte bisogno di rigenerazione umana (e di ritorno all’umanità)  LSC propone un modello governativo della città demos, che stimoli il sentimento di appartenenza e di partecipazione alla “cosa pubblica”. 

La cittadinanza che conosce e partecipa tiene vivi e valorizza i contenuti storici, sociali ed economici di un luogo, arricchendo e rinforzando la comunità, e divenendo operativa che vive e genera la Cultura della propria città.

Proprio come evoca l’etimologia del termine ‘cultura’, è necessario seminare e soprattutto COLTIVARE una presa di coscienza, ma anche di avvicinamento alle realtà e possibilità culturali di Busto Arsizio.

È necessario altresì destinare nuove strutture dell’ingente patrimonio pubblico che favoriscano l’aggregazione, l’utilizzo gratuito di sale conferenze per tutte le associazioni che ne facciano richiesta per diffondere le loro analisi ed elaborazioni, per offrire alla popolazione le loro espressioni artistiche, ma anche filosofiche e scientifiche ad opera di intellettuali locali e oltre, che si vedono spesso costretti ad andare altrove per garantire la loro volontà di espressione.

LSC vuole promuovere una politica culturale di ampio respiro, non più autoreferenziale, con la promozione dei luoghi della cultura in città e la valorizzazione dei numerosi talenti e realtà già operanti.

In tal senso si ritiene necessario rinfrescare la promozione di iniziative, concorsi e circoli virtuosi tra Arte, Letteratura, Musica e Teatro e stimolare occasioni di apertura con le realtà formative del territorio. 

Di grande rilevanza culturale l’acquisizione di consapevolezza rispetto alle diverse realtà di provenienza di un tessuto sociale complesso e variegato sul piano etnico; una città delle “culture” quindi, che si interroga su convivenza e costruzione di un futuro collettivo, in netta contrapposizione con la tendenza alla chiusura e alla differenziazione, si vogliono attuare politiche di conoscenza, dialogo e commistione.

Incentivare, oltre alla partecipazione, anche l’ascolto della cittadinanza nella sua interezza e complessità, per costruire in un’ottica di integrazione un dialogo tre la comunità, interpretare insieme il presente  e immaginare e plasmare futuri possibili.

I luoghi urbani col tempo sono diventati punti di transito e non più di incontro e scambio umano. LSC si attiverà per LA RISCOPERTA DEI LUOGHI: vie, piazze, giardini, quartieri che tornano spazi di socializzazione e condivisione in tutte le stagioni dell’anno.

La crescita culturale è un fenomeno lento e graduale. Ecco perché si rivela necessario ascoltare ed accompagnare la cittadinanza verso una maggiore consapevolezza, rivolgendo la massima attenzione soprattutto ai giovanissimi. I bambini imparano il mondo per mimesi, e non c’è miglior insegnamento che quello dell’ESSERE FRUITORI E CREATORI DI CULTURA.

Al fine di arricchire ed elevare la città di Busto Arsizio, LSC propone di attivare una politica culturale che si articola nelle seguenti azioni:

- tavoli di concertazione tra amministrazione e teatri e associazioni culturali;

- affitti calmierati per associazioni, compagnie teatrali, scuole d’arte e di teatro a fronte di calendarizzazioni di eventi gratuiti o con prezzi politici rivolti al quartiere di appartenenza;

 - apertura di teatri per iniziative di interesse sociale e scolastico;

- creazione di eventi e occasioni di apertura e di stimolo con le realtà formative del territorio;

- valorizzazione del patrimonio industriale dismesso cittadino e le possibilità di recupero in ottica culturale;

- salvaguardia del patrimonio immateriale (dialetto, tradizioni culinarie,  scambi intergenerazionali, …);

- appuntamenti settimanali e stagionali promossi dall’amministrazione quali, ad esempio, le giornate della cultura, festival, mercatini dell’usato nei quartieri con circuito di bicibus e pedibus, come occasioni di scambio umano, conoscenza e socialità;

- sostenere iniziative a favore degli artisti locali e progettare EVENTI EDUCATIVI DI STRADA per recuperare i giovani che vivono situazioni di marginalità sociale, favorendo anche il loro diritto di espressione;

- redazione di un DOCUMENTO DI STRATEGIA CULTURALE a lungo termine;

- coordinare l’informazione e la pubblicizzazione degli eventi culturali programmati, affinché questi giungano a tutta la popolazione .

LSC intende contrastare la CULTURA DEL CONSUMO ribaltando l’assioma in CONSUMO DI CULTURA, da intendersi come FRUIZIONE di tutti gli eventi, attività e laboratori destinati sì al consumo nel tempo libero, ma concepiti come occasioni e mezzi di elevazione sociale e benessere. 

In tal senso è necessario creare la capacità di leggere proposte più ampie ed esterne (extra-cittadine) e percorsi per il loro arrivo, incentivare il rapporto tra cultura e il sociale e promuovere che parta e sviluppi i principi costituzionali (patto tra comune e associazioni).

 

Per dare ampio respiro alle iniziative culturali e realizzare una città multicentrica, occorre incentivare e valorizzare le iniziative delle numerose scuole, associazioni e realtà - capitale umano che genera bellezza, conoscenza e condivisione.

 

GIOVANI

 Il termine GIOVANI, che raccoglie un mondo così articolato e complesso per anagrafe, desideri, impegni, responsabilità, induce LSC a riflessioni e proposte che cadono in questa tornata elettorale a 20 anni dai tragici fatti del G8 di Genova, quando una nuova Storia si impegnò per la fratellanza e la giustizia in tutto il mondo. Dopo le grandi lotte del “secolo breve” che ha visto protagonisti  proprio i giovani, questi sono stati ricacciati ai margini delle decisioni di pochi sulle sorti di tutta l’umanità.

I giovani oggi vengono percepiti unicamente come consumatori di tempo libero, oggetti di cura, nel senso del trattamento del giovane come “malato di gioventù”, e di controllo dettato da regole di sicurezza ed ordine pubblico.

C’è infine l’area degli “irraggiungibili”, ovvero di quei giovani che “non appartengono” se non alla propria esperienza di socialità e con cui risulta difficile sia entrare in contatto che portare una proposta, che rivendicano autonomia e libertà a cui porre ascolto senza rinunciare al proprio ruolo e responsabilità di Istituzione che crea occasioni per l’informale, ma chiede rispetto di regole condivise e convivenza civile a tutta la comunità.

Il Comune di Busto governato da LSC rifugge quindi la logica che attribuisce ai giovani soprattutto il connotato di “problema”, e al contrario osserva e valorizza il loro essere cittadini portatori di bisogni e contenuti.

Per questo LSC orienta la propria opera di governo nei seguenti modi:

- costruire un rapporto strutturato e permanente con le agenzie educative primarie: le scuole e le famiglie mediante soprattutto i loro organi di rappresentanza (dai Consigli di Istituto ai Comitati Genitori);

- creare interazione tra i vari soggetti deputati all’educazione alla cura a partire dagli organismi preposti ad interventi anche di tipo terapeutico (dalle strutture sanitarie territoriali alle realtà del terzo settore impegnate in ambito terapeutico-riabilitativo e della prevenzione primaria);

- interloquire in maniera progettuale con i rappresentanti delle imprese e dei sindacati per monitorare la realtà occupazionale delle fasce più esposte alla marginalità o necessitanti di proposte mirate o di avvio al mondo del lavoro;

- trovare ed attivare risorse, creando dialogo tra e con le realtà associative e di aggregazione che offrono attività ai giovani, favorendone l’informazione, l’accesso e la fruizione;

- porre attenzione in maniera particolare e trasversale alle proprie azioni e alle interazioni tra le realtà costituite messe in dialogo, al tema dell’integrazione tra i giovani, riconoscendo all’interno della complessità di questo mondo, aree più esposte alla marginalità, chiusura e/o isolamento, alla deprivazione di occasioni di socialità;

- progettare, sempre coinvolgendo le realtà del territorio interessate e preposte e professionisti dell’Alta Formazione in ambito sociale e pedagogico, un percorso di TOLLERANZA 10, ovvero la risposta alla non-cultura della marginalizzazione e della criminalizzazione dell’altro, del diverso, di colui che porta contributi di pensieri altri, favorendo con ciò l’emersione ed il confronto con le tante correnti del mondo giovanile e soprattutto dando ad esse uno spazio concreto di dialogo fuori dal mondo virtuale e dai rischi insiti di dipendenza ed identificazione assoluta.

Il governo di LSC pone attenzione ai contenuti che le proposte stesse veicolano stipulando con le realtà associative e del terzo settore un “patto nella Costituzione”, ovvero la sottoscrizione di un accordo che preveda che azioni e contenuti siano in linea coi dettami della nostra Carta nazionale.

Avere a che fare con il mondo giovanile impone innanzitutto agli adulti assunzione di responsabilità circa i valori e le pratiche con cui i giovani entrano in contatto. L’educazione al senso civico, alla cooperazione e alla solidarietà, al rispetto della diversità passa mediante la precisione del messaggio veicolato attraverso le proposte del sociale.

Il governo di LSC è infine in condizione di mettere immediatamente in campo, rivolgendosi al “mondo giovanile”, una progettualità ad ampio respiro (come quella articolata nei punti precedenti) sia coinvolgendo competenze e risorse presenti sul territorio, sia rivolgendosi ai saperi che giungono dal mondo universitario. Al contempo saranno curati da LSC luoghi d’incontro senza limiti di età quali orti, bocciofile e circoli favorendone il raggiungimento oppure moltiplicandone le sedi così da consentire lo spostamento in modo agile da parte di anziani e persone senza mezzi di trasporto privati.

Il governo di LSC può immediatamente proporre:

-  la creazione, in collaborazione con le scuole dell’obbligo cittadine, di un Parlamento delle Ragazze e dei Ragazzi quale luogo in cui i giovanissimi possono portare istanze raccolte all’interno della comunità ed esercitarsi a vivere in pieno ruoli e funzioni della democrazia (consiglio dei ragazzi e consulta giovanile);

 -  il ripristino della PRO LOCO come luogo di incontro e di attivazione intergenerazionale;

-  l’istituzione, in accordo con enti e realtà preposti anche a livello internazionale, il “battesimo civico”, ovvero consentire, al compimento del 18° anno di età, che le cittadine e i cittadini di Busto Arsizio possano svolgere una esperienza concreta e formativa legata ai principi fondamentali della nostra convivenza;

-  l’accoglimento della grande attenzione prestata da molti giovani alle questioni ambientali, creando uno spazio di dialogo, approfondimento ed attivazione con diverse associazioni e realtà votate alla cura e protezione dell’ambiente e dei suoi abitanti (per es. “Busto A.mbiente”);

-  la capacità di Busto Arsizio (che conta oltre 80.000 abitanti) di divenire prima che attrattiva, VIVA per i giovani, programmando anche cartelloni di eventi più presenti alle attuali correnti che attraversano le varie arti e che possano essere oggetto di interesse e formazione;

-  l’immediata manutenzione e/o “ricreazione” dei luoghi pubblici di incontro, ritrovo e gioco delle famiglie in città. La mappatura delle risorse presenti in città considerando alcuni luoghi, tra i quali le scuole fuori dall’orario didattico ma anche spazi che già svolgono attività a vario titolo e per fasce di età diverse di popolazione, così da favorire, anche in termini di costi, la partecipazione ad un’ampia fascia di giovanissimi e le loro famiglie.

LSC coglie, prima del disagio dei giovani, la distanza tra gli stessi e la città in molte delle proposte presenti sul territorio, ma, soprattutto, dal comune e dalla vita politica. Il nostro governo intende costruire un ponte sul quale istituzioni e giovani possano incontrarsi e darsi una mano.

I giovani non sono obbligati ad attraversarlo, ma noi adulti, soprattutto occupando ruoli di decisione, siamo tenuti a costruirlo.

 

FAMIGLIA E PARI OPPORTUNITÀ

Il supporto dell'amministrazione comunale deve essere a tutto tondo, proprio perché a partire dal sistema familiare si strutturano tutti gli interventi di supporto e di cura delle persone più deboli e fragili (gli anziani, le persone con disabilità, ma anche i bambini).

Nell’ultimo anno si è evidenziato come la rete familiare sia di fondamentale importanza nel discorso della cura. Accanto ad esigenze lavorative rese anche più impegnative dallo smart working, non ci sono state iniziative parallele di supporto alla famiglia. È importante quindi riprendere tutte quelle forme che possono agevolare le famiglie con bambini piccoli proprio per un'attenzione maggiore nei loro confronti.

La stessa proposta è rivolta anche a chi si deve occupare degli anziani, le cui fragilità sono state messe in evidenza dall’emergenza sanitaria, ampliando i centri diurni per anziani evitando così situazioni di ulteriore emarginazione.

Per quanto riguarda la salute, LSC proporrà un servizio di assistenza più capillare, includendo le associazioni di volontari per gli accompagnamenti alle visite mediche e un accordo maggiore con la medicina del territorio: cure che potrebbero essere risolte con un potenziamento dei servizi domiciliari.

 Saranno monitorati gli interventi di assistenza, progettato un centro di informazione e di smistamento delle badanti, l'assistenza infermieristica e il servizio pasti per anziani che negli ultimi anni, ha dimostrato delle criticità.

 Vogliamo proporre e creare momenti di ascolto e socialità proprio per intervenire laddove le fasce più deboli hanno perso ogni occasione di relazione.

LSC si rivolge inoltre alle mamme che con lo smart working hanno dovuto supportare un doppio carico (lavoro e cura della famiglia), ma anche a chiunque si sia trovato a doversi occupare di anziani in assenza di servizi collaterali. Questo è un punto nodale che va affrontato con delle soluzioni, a partire dalla creazione di spazi e momenti di aggregazione.

La politica di LSC è quella di venire in supporto ai nuclei familiari che da soli non riescono a supportare il peso di situazioni fragili e gravose: attenzione particolare viene posta a quei soggetti messi ai margini della società a seguito di disagio psichico e/o fisico aggravato dalla situazione pandemica e per cui è necessario attivare immediatamente interventi di sostegno e integrazione.

È importante mantenere uno sguardo a quelle famiglie che per diversi motivi vengono escluse dai servizi scolastici; intendiamo della prima infanzia, soprattutto delle mamme che non hanno un'occupazione e/o mamme di famiglie non comunitarie che vivono una doppia esclusione, la mancanza di lavoro e un accudimento full-time dei figli e della famiglia.

Un altro problema è quello della mediazione linguistica, per la quale è necessario potenziare i centri di educazione permanente, ma anche momenti di incontro per l’insegnamento della lingua italiana e momenti di scambio di esperienze. Queste persone potrebbero così mettere a frutto le loro potenzialità, in modo da avviarsi in un percorso di servizi lavorativi al di fuori della famiglia.

LSC ritiene fondamentale promuovere un servizio sociale o un servizio di pari opportunità, soprattutto per le donne che altrimenti si vedono relegate in casa. Per loro, come per tutta la cittadinanza, sarà importante attivare momenti e spazi legati al benessere, in palestre, società sportive, ma anche attraverso i gruppi di volontariato, i gruppi di ginnastica dolce, i gruppi di lettura, il tutto adattato e in misura idonea a tutte le fasce d'età.

Non dimentichiamoci che Busto Arsizio è una città che sta invecchiando. Gli anziani, al di là della loro disponibilità nelle attività di volontariato, devono anche poter fruire di tutti i servizi che l'amministrazione comunale può offrire.

Desideriamo provare ad impegnare gli anziani (o diversamente giovani) in servizi utili alla collettività qual è la cura dei parchi, i servizi di pedibus, l’insegnamento di arti e mestieri ai più giovani, i volontariati presso i musei cittadini, ma soprattutto in ampi momenti di scambio e attività culturali. 

 

PARI OPPORTUNITÀ

 La legge 215/12 invita a inserire negli statuti comunali norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna. Una priorità della LSC è quella di formare una giunta che guardi con attenzione a competenza e genere.

È importante il superamento degli stereotipi di genere e LSC intende essere al fianco   delle associazioni che si occupano di violenza di genere, supportando e promuovendo le campagne di sensibilizzazione per prevenire e contrastare questo fenomeno, favorendo la creazione in città di case rifugio per persone vittime di discriminazione e di violenza e sostenere le agenzie di ascolto competente e tutela legale.

A questo proposito l’ufficio Pari Opportunità, che dovrà essere ricreato ex novo dovrà essere un riferimento per le realtà che si occupano di politiche di conciliazione.

Riteniamo necessario un coordinamento più stretto con i servizi del territorio e gli operatori del terzo settore e dell’ATS per l’attivazione di servizi a favore delle famiglie (istituzione di un albo baby-sitter, banca del tempo, …)

 

ANIMALI

In una città come Busto Arsizio è sempre più sviluppata la tendenza della cura degli animali domestici che svolgono un’importante funzione sociale sia nei confronti delle persone sole, dei bambini e soprattutto degli anziani.

Riteniamo importante istituire un apposito ufficio comunale per i diritti degli animali,  in collegamento anche con il servizio veterinario dell’ATS e con i centri veterinari della città.

LSC si impegna a impostare un nuovo regolamento comunale per la tutela degli animali, con una politica di sensibilizzazione contro l’abbandono.

Promuovere campagne per la raccolta di cibo sia a favore dei centri presenti sul territorio (canili, gattili), ma anche a favore delle colonie feline che devono essere monitorate e supportate in una città che ama gli animali.

 

CRESCITA E SVILUPPO

IL FUTURO DELLA NOSTRA CITTÀ

Busto Arsizio, nonostante il vistoso calo della popolazione, continua ad essere la prima città della Provincia per numero di abitanti, anche grazie al significativo apporto degli immigrati divenuti nostri concittadini. Ma non è certo la prima, per la capacità di innovazione politica ed amministrativa: chi l’ha governata fino ad oggi non si è preso cura del contesto urbano in cui vivono più di 80.000 persone, della qualità della loro vita e in particolare dei soggetti più deboli, della salubrità dell’aria e dell’ambiente, dell’efficienza dei servizi offerti ai cittadini.

Negli ultimi trent’anni abbiamo subito un’amministrazione approssimativa, miope, attenta solo agli interessi di pochi gruppi di potere, incapace di interpretare le grandi trasformazioni in atto. In tal modo la nostra Busto ha perso il suo ruolo nevralgico nel settore industriale, smettendo di essere la città trainante di un’area industriale importante, legata all’Alto Milanese, che conta oltre 300.000 abitanti.

Oggi non sappiamo più qual è la nostra identità e non abbiamo neppure scoperto le nuove vocazioni economiche e produttive che dovrebbero valorizzare l’energia vitale di questa città. 

È necessario voltare pagina prima che sia troppo tardi e il declino prenda il sopravvento, coinvolgere in un grande sforzo collettivo quella che gli esperti chiamano la business-community, cioè gli imprenditori, i sindacati, le associazioni no profit, il volontariato, le forze della cultura, i soggetti che erogano servizi pubblici e privati, per fare il punto della situazione e progettare un nuovo futuro, coinvolgendo anzitutto i giovani.

Se verrà eletta, LSC convocherà, subito dopo le elezioni,  gli stati generali della città per riflettere tutti insieme sulla gravi crisi attuale e cercare positive vie d’uscita, dando così possibilità di lavoro e di realizzazione personale a tantissimi giovani che guardano con ansia (e spesso disperazione) al proprio futuro, mettendo a frutto le specializzazioni e  competenze professionali presenti nel nostro territorio. Attraverso efficaci azioni di stimolo e incentivi mirati, il nostro comune, d’intesa con quelli del nostro comprensorio, potrà così dare nuovo impulso alle attività produttive, al commercio, ai servizi, e perché no, anche a nuove forme di agricoltura biocompatibile, valorizzando la collocazione geografica dell’Alto Milanese, il sistema di infrastrutture di cui beneficia, la vicinanza di Malpensa e le molte possibili sinergie con la metropoli milanese.

LSC si rende conto che Busto Arsizio è parte importante di un territorio esteso, ed è fondamentale creare un continuo dialogo ed una forte collaborazione nel progettare modalità di sviluppo intercomunale.

UNA NUOVA MENTALITÀ

C’è un forte bisogno di amministratori nuovi, capaci di guardare oltre i confini del nostro comune, di abbattere le chiusure culturali, di archiviare campanilismi e provincialismi che precludono sviluppo e benessere sociale.

Busto Arsizio deve riconquistare il suo ruolo in un modello a rete del territorio, in stretta collaborazione con tutti gli altri comuni del nostro comprensorio, in settori nevralgici come la pianificazione urbanistica, la viabilità, il sistema scolastico e universitario, i servizi alla salute, le proposte culturali, le strutture sportive, rinunciando agli sprechi di investimenti casuali e inutilmente competitivi.

Assistiamo ogni giorno ad una migrazione di giovani verso Milano, con grandi e nuove competenze molto ricercate. Possiamo valorizzarle solo se il sistema imprenditoriale locale è in grado di rinnovarsi, di proporre nuovi insediamenti economico-produttivi, di guardare al futuro e non più alla conservazione del passato.

 

SPORT E TEMPO LIBERO

LSC considera lo sport come luogo di crescita della partecipazione alla vita cittadina, di incontro e relazione tra le persone. Si pensi all’importanza dello sport rivolto ai giovanissimi in termini di prevenzione e crescita.

La nostra è una visione di SPORT PER TUTTI, che preveda il controllo e la messa a disposizione degli spazi pubblici, costruendo con le realtà sportive della città un progetto rispondente ai bisogni di “ricreazione/rigenerazione” umana e fisica.

Intende istituire un tavolo di confronto con le realtà sportive, in cui ponendo attenzione allo specifico di ogni esperienza, per concertare una rete tra le varie realtà e valorizzare le eccellenze sportive del nostro territorio, ponendole al centro di un percorso di incontro con la città a partire dalle scuole.

Grande attenzione sarà poi posta, soprattutto per quanto riguarda le esperienze sportive praticate dai minori, ai risvolti pedagogici, ai fini di implementare i contenuti educativi dell’offerta stessa e la prevenzione primaria delle problematiche legate alla crescita.

Così dicasi circa l’ambito dello sport rivolto a persone fragili, aggiungendo ulteriore impegno circa le risorse per lo sport indirizzato persone fragili e anziani.

La connessione tra sport, cultura e società così evidente e normale per la nostra quotidianità (si pensi all’immersione mediatica per i due eventi estivi, gli Europei di calcio e le Olimpiadi e l’annunciata candidatura a Busto città dello sport 2023) da essere una sorta di sine cura, impone a chi ha la responsabilità di governare, di considerare l’esperienza sportiva sia sotto il profilo del benessere diffuso, ma anche ambito di veicolo di contenuti, valori, modalità di convivenza. Sarà cura del governo di LSC considerare lo sport, alla stregua dell’esperienza olimpica, come incontro tra tante diversità e “palestra di convivenza” e controllare che l’esperienza sportiva, sia in qualità di fruitori che di spettatori, non sia fucina di disvalori contrari ai dettatami della Costituzione italiana.

È strettamente necessario:

- facilitare la fruizione dei luoghi pubblici dedicati allo sport;

- sostenere la partecipazione dei cittadini alle occasioni sportive e promuovere occasioni di attività motorie all’aria aperta per tutte le fasce d’età;

-  supportare le associazioni dilettantistiche

-  creazione di una copertura fissa per il campo bocce del parco Foscolo in centro;

-  lotta alle slot promuovendo il biliardo sportivo;

-  allargare le proposte sportive alle società e associazioni affiliate alla ASSB (Associazione Sportiva Società Busto);

-   recuperare le strutture sportive incompiute con progetti sostenibili.

-  Assumere posizioni chiare circa le seguenti questioni: Piscina Manara, Palaghiaccio, Struttura sportiva di Sacconago e il Centro polisportivo delle scuole Pertini.

 

IL SOCIALE

Il programma di LSC identifica come finalità generale quella di stimolare il sentimento di appartenenza alla città e quindi di partecipazione della “cosa pubblica” e si ispira all’INCLUSIONE come metodo per perseguire questa finalità.

L’amministrazione pubblica deve rivendicare il proprio ruolo di regia sulle scelte che riguardano la città e i cittadini secondo il principio, mutuato dalla Tutela Minori, del miglior interesse del cittadino.

L’amministrazione pubblica si pone come osservatorio privilegiato per definire i piani di politica sociale.

A partire dai dati già in possesso dei sottoscrittori della lista e specialmente da quanto raccolto durante gli incontri nei quartieri, si adopererà per affrontare le seguenti priorità:

- invertire la logica assistenziale che sembra determinare attualmente la maggior parte degli interventi, perseguendo un approccio che proponga e promuova il cambiamento delle situazioni disfunzionali che provocano malessere o danno, innescando processi virtuosi fondati sulla reciprocità tra le persone, siano esse operatori o utenti. Infatti, il modello degli interventi a pioggia è riconosciuto dannoso poiché promuove un rapporto di dipendenza del cittadino vulnerabile;

- recuperare il modello di lavoro previsto dai Piani di Zona in cui convergere realtà del Terzo Settore e Amministrazione Comunale su finalità e progetti pluriennali;

- ricostituire il Forum Terzo Settore.

SERVIZI SOCIALI

L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza le assenze colpevoli dell’amministrazione a sostegno dei soggetti indigenti, economicamente e socialmente deboli, che nella nostra città sono in aumento. L’indigenza è caratterizzata dall’assenza di lavoro, casa e servizi sociali. Le file davanti alle sedi delle realtà di volontariato assistenziale sono in costante aumento e testimoniano l’esigenza di una politica sensibile e adeguata del nostro comune.

Occorre sviluppare una nuova sensibilità sui temi della famiglia già citati, favorendo il sostegno concreto di associazioni che si occupano di indigenza individuale e familiare, disabilità, pari opportunità, politiche di inclusione dei lavoratori stranieri, gestione democratica del patrimonio edilizio abitativo pubblico, coordinamento e sostegno del notevole patrimonio associativo e del volontariato presente in città, sostegno alle persone sole ai nuclei monoparentali, interventi domiciliari. Non ultimo, continuare la lotta alla diffusione di sostanze stupefacenti.

Vista la presenza sul territorio bustese della CASA CIRCONDARIALE, LSC intende porre attenzione alla vita interna dei detenuti e degli operatori, in un’ottica di dignità,  riabilitazione e reintegrazione nella vita civile e lavorativa.

 

ACCAM E AGESP

ACCAM

Occorre una particolare attenzione alla grave situazione in cui versa oggi l’ACCAM, il consorzio di 27 comuni per la gestione dello smaltimento dei rifiuti.

Il termovalorizzatore, come tutti certamente ricordano, ha avuto sin dalle origini una vita molto tormentata. Non sono mai venute meno le preoccupazioni relative all’impatto ambientale e alle conseguenze sulla salute dei cittadini, in particolare dei quartieri e dei paesi vicini all’impianto.

La lenta agonia in cui è stata trascinata la S.p.A. pubblica l’ha condotta sulla soglia del fallimento. Sono stati accumulati una quantità di debiti difficilmente sanabili, una gestione tecnica che per rimettere in funzione l’impianto necessita di investimenti considerevoli, oltre 30 milioni che causa la lunga mala gestione, andrebbero a carico dei cittadini.

Negli anni, purtroppo, si è verificata una gestione e una scelta dei gruppi dirigenti affidata a personaggi di dubbia moralità, secondo le informazioni rese pubbliche dai media addirittura in stretto contatto con organizzazioni legate alla criminalità. Si attenda tuttora il responso della magistratura.

Le condizioni di ACCAM sono armai irrecuperabili. Lo sfascio gestionale, economico finanziario e tecnologico dell’azienda ci inducono a chiedere la chiusura dell’impianto di incenerimento e della società secondo le regole del Codice Civile.

LSC propone che il personale venga sottoposto ad un percorso di riqualificazione professionale, volto a salvaguardare l’occupazione, e al futuro inserimento in una nuova struttura in grado di inserirsi nell’economia circolare come previsto dal Recovery plan in fase di elaborazione da parte del Governo. 

Negli anni più recenti molte sono state le promesse di realizzare un profondo restyling per migliorarne l’efficienza e aggiornare le tecnologie che l’hanno ispirato, ormai definitivamente superate dopo più di mezzo secolo di vita. È comunque sempre rimasta l’idea della sua chiusura, considerato ormai un impianto medio-piccolo, che brucia ogni anno 110 mila tonnellate di rifiuti, peraltro in costante calo e, che copre il fabbisogno di smaltimento dell’indifferenziato per circa 400 mila abitanti, dei cosiddetti rifiuti ingombranti e dei rifiuti ospedalieri.  Si è parlato di ampliare l’impianto al fine di accogliere rifiuti  provenienti anche da altri comuni, ma le incertezze, l’incapacità e l’incompetenza della classe politica a maggioranza di centro destra che l’ha gestito per un quarto di secolo, ha mostrato l’assenza di una visione rivolta al futuro. Si è parlato invano di avviare un processo di rinnovamento che prevedeva 50 milioni di investimenti per rinnovare le caldaie, realizzare il teleriscaldamento e migliorare i rendimenti tecnici. Sono stati spesi 200 mila euro per uno studio di fattibilità sui cicli integrati ma tutto è finito in nulla.

Si cerca di trasformare la società in un’azienda in house, ma i comuni non hanno le quote necessarie, non sono in grado di gestire direttamente le decisioni dell’azienda e le tariffe non reggono la concorrenzialità, come previsto dalle normative europee. Anche la Corte dei Conti dichiara inattuabile il regime in house. L’incertezza sul futuro fa sì che alcuni comuni, pur mantenendo la partecipazione societaria in ACCAM, cominciano a bandire gare per dirottare altrove la gestione dei loro rifiuti.

L’ultima proposta riguarda un piano di investimenti di 10 milioni per garantire il funzionamento dell’impianto fino al 2027, ma tutto è andato inspiegabilmente a rilento.

LSC vuole che le responsabilità vengano accertate, quantificati i danni reali e posti in solido a carico degli amministratori che hanno mancato ai loro doveri amministrativi.

Ad una prima sommaria valutazione della documentazione in nostro possesso riteniamo di confermare il nostro dissenso sul piano industriale aggiornato, proposto dall’attuale governo di Busto Arsizio e approvato dall’Assemblea dei Comuni. In particolare riteniamo di osservare che:

-  l’inceneritore è vetusto e non consente di realizzare risultati migliori come gli impianti di nuova generazione, sia per la limitazione delle emissioni che per i ricavi derivanti dall’ utilizzo energetico del calore;

-  ACCAM presenta debiti esorbitanti e sopporta costi esagerati per le prestazioni dei dipendenti di Europower, pari addirittura a circa 6 milioni di euro annui, mentre con una gestione diretta avrebbe per le medesime prestazioni costi di soli 2 milioni e 200.000 euro;

-   il piano ha una validità solo fino al 2027. Se a quella data si dovesse procedere alla chiusura dell’impianto, si renderebbe necessaria la bonifica del terreno che comporterà costi enormi quantificati nel documento in 4.700.000 euro;

-   il previsto avvio dell’impianto di Forsu per il biogas a Legnano sottrarrà ad ACCAM gran parte del trattamento dei rifiuti umidi, provocando quindi un’ulteriore diminuzione del suo fatturato;

-    dal Piano risulta che la produzione di energia elettrica nel 2019 ha raggiunto  la quota di 62,3 Mwh mentre, dopo tutti gli investimenti previsti nel piano,  a regime, nel 2023/24 raggiungerà la produzione massima di 50 Mwh;

- il Piano prevede che la notevole mole di investimenti verrà posta a carico dei comuni, che oggi tra l’altro si trovano in difficoltà finanziarie senza precedenti e che quindi, a loro volta li porranno a carico dei cittadini, per rimettere in funzione  l’impianto che funzionerà a regime solo per 2/3 anni, senza che si indichi cosa si intende fare dal 2027 in poi. Gli investimenti previsti assumono piuttosto il significato di una risistemazione definitiva dell’impianto, che non prelude certo alla sua dismissione, quanto piuttosto ad una risistemazione degli assetti proprietari compresa la cessione completa o in parte ai privati;

-  in caso di insolvenza, il comune di Busto Arsizio si troverebbe costretto a sopportare interamente i costi di bonifica, quale proprietario del terreno. Si spiega così la ragione per cui si vuole mantenere in funzione l’impianto fino al 2027.

In considerazione di quanto sopra esposto, LSC propone in sintesi di:

-  ESIGERE CHIAREZZA sulle condizioni economico finanziarie;

- DIRE DI NO a qualsiasi proposta di mantenimento in vita dell’impianto;

 - RIAFFERMARE LA PROPRIA CONTRARIETÀ alla cessione dell’impianto ai PRIVATI;

- RIPROGETTARE RADICALMENTE IL CICLO DEI RIFIUTI solidi urbani e l’utilizzo dei rifiuti in prodotti industriali o agricoli, alla ricerca di soluzioni alternative all’incenerimento, nella logica dell’ECONOMIA CIRCOLARE e del riutilizzo delle materie prime con scelte condivise dalla cittadinanza e dalle sue rappresentanze.

AGESP

Le Società Partecipate devono essere funzionali all’erogazione di servizi sulla base degli obbiettivi dell’amministrazione comunale, e non feudi per l’esercizio del potere e per la coltivazione di clientele.

Occorre pertanto, riguardo ai servizi gestiti dalle società AGESP (che gestiscono calore, aree verdi, immobili comunali, rifiuti, manutenzione di strade, marciapiedi e tombini, progettazione e consulenze professionali, …), pianificare le priorità di intervento ed esercitare un effettivo e stringente controllo, verificando l’effettiva rispondenza dei trasferimenti comunali ai servizi resi.

I cittadini devono avere libero accesso a informazioni espresse in linguaggio non esclusivamente tecnico, sulle spese sostenute dall’amministrazione e dalle Società Partecipate e dei benefici che ricadono su di loro.

LSC si impegna a rendere pubblici e trasparenti i bilanci delle società, nonché sviluppare un piano di fonti energetiche alternative che veda le stesse società partecipate impegnate nel loro potenziamento a favore dei cittadini.